sogno

Lunedì 29 ottobre

 

Al risveglio, un’immagine inedita nello sfondo dello sguardo. Un daino a danzare con me poggiandomi il capo dolcemente sulla spalla…

O.

  

Chi sono, gli animali che compaiono nei nostri sogni, e perchè vengono a noi, proprio a noi che abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a sterminarli regolarmente, a un ritmo sempre più rapido, senza pietà, specie per specie, in ogni parte del mondo?

Chi sono, loro che fanno formato il massimo sistema simbolico della coscienza umana dai tempi di Altamira? E noi come viviamo con loro, ora che questa intimità con il loro mondo e la nostra animalità ha ceduto completamente il passo alla separazione?

Animali del Sogno, James Hillman

 

 

LA STORIA DEI DAINI BIANCHI

Breve racconto tra ecologia e metafisica

 Abitavano in questi boschi un popolo di daini bianchi che vivevano in piena confidenza con gli uomini. Tutti amavano questi animali, e questo amore sembrava li proteggesse da ogni malattia, perché dove passava il daino bianco nascevano fiori medicinali o funghi che servivano a schiarire le menti turbate. Un giorno, non si sa perché, un uomo uccise uno di questi animali favolosi. Quel colpo d’arco costituì un evento che doveva cambiare il nostro destino. Il corpo del daino morto emanava un meraviglioso profumo che inebriava e il suo uccisore scoprì che i brandelli della pelle dell’animale, proprio perché così fragranti, potevano essere venduti al mercato. Spezzettò la pelle del daino in tanti piccoli quadrati e non dicendo a nessuno la loro provenienza ne fece oggetto di un commercio così proficuo da diventare ricco in breve tempo. Così quello sciagurato cominciò a uccidere nottetempo dei daini bianchi per smerciare il profumo delle loro pelli. In breve, il suo segreto non fu più tale, e molti furono indotti a imitare le sue tragiche imprese. Catturare i daini diventò così legale, anche perché si cominciò ad esportare in tutto il mondo la magia di questo profumo. Purtroppo la caccia finì per diventare un fenomeno di massa e la popolazione dei daini si ridusse drasticamente fino alle soglie dell’estinzione. Fu proibito così di cacciarli, ma come sempre il provvedimento arrivò troppo tardi. Si scoprì che solo un grande vecchio daino, dalla pelliccia di un bianco abbagliante, era sopravvissuto e vagava nei boschi tutto solo lanciando bramiti che straziavano il cuore. Come agli inizi questo daino ritornò a essere oggetto di venerazione. Lo si considerava un inviato degli dei e un testimone della loro estrema benevolenza. Ma tra gli uomini c’è sempre qualcuno che non ama tanto creare quanto

distruggere. Questi uomini non amano loro stessi e quindi si odiano in tutto quello che li circonda. Così una notte, mentre i lampi squarciavano il cielo estivo e nuvole contortenefacevano un mosaico di luci e di ombre, una mano maledetta premette il grilletto di un fucile. L’assassino di daini si avvicinò alla sua vittima per impadronirsi della pelliccia, ma proprio in quel momento i suoi occhi si riempirono di nebbia e la sua vista precipitò nelle tenebre. In quello stesso attimo tutti i cittadini di questo paese subirono un fenomeno simile. Nel buio della notte aprimmo gli occhi su un buio ancor più vasto che sarebbe durato per sempre. Capimmo così che quei daini c’erano stati inviati dagli dei per tutelare la nostra salute e finché eravamo rimasti in loro confidente compagnia nulla era potuto succederci. Ma si sa che i doni degli dei o si accèttano oppure marciscono e che la loro benevolenza si muta in un’ira implacabile.

C.